Come connettermi con il cuore?

piccolabasmalahjames-sufi

Dov’è il cuore? Si comincia da qui.
Quando diciamo: «Il cuore mi dice che…», spesso non é il cuore, è la mente a parlare. L’attività mentale offre la possibilità di percepire solo confusamente cosa accade nel cuore. Le immagini della mente sono ingannevoli così come le percezioni dei cinque sensi. Perciò è difficile guardare nel proprio cuore, persino capire dove si trova.

Il cuore è il centro; è la fonte della vita, la dimora fisica e spirituale della nostra esistenza. Tuttavia è la mente ad essere percepita come la plancia di comando perché è sempre in movimento, non ha mai pace e ci mantiene immersi nei nostri pensieri e preoccupazioni ventiquattr’ore al giorno. Più la mente è attiva, più genera sofferenza.

Il derviscio impara che il potere non risiede nella mente o nei muscoli, ma unicamente nel suo cuore. Quando ne comprende la vera natura crea un campo di attrazione che richiama tutto ciò di cui hai Chiamiamo questo potere la «calamita del cuore». Tramite la pratica costante dello dhikr e del respiro consapevole, il cuore spirituale segreto si risveglia. La frequenza cardiaca aumenta fino a diventare una vibrazione continua che permette di accedere alla realtà del cuore.
Allora non resta che compiere quello che chiamiamo il «movimento di un passo» e con un respiro entrare nella realtà celeste.
Così gli Sheikh esplorano il Paradiso e l’aldilà.

Per connettersi con il cuore, in realtà è necessario entrare in contatto con l’eternità. Attraverso l’io superiore, il nostro essere, è possibile raggiungere il luogo dove risiedono tutti i registri divini fin dall’inizio dei tempi.
Quando si viaggia attraverso le sfere della coscienza è possibile entrare in qualunque tempo perché tutto è stato registrato, fa parte di un unico film.

Nella società odierna la comunicazione è affidata ormai interamente a una macchina: il computer. I cosiddetti «network sociali» così popolari oggi, rappresentano la fine di ogni possibilità di vera comunicazione. Quello che pensiamo ci connetta, in realtà ci isola. Perché adottiamo questo sistema e lo veneriamo? Perché è fatto per la mente. Si finisce per incontrarsi solo nella mente, dando vita a un mondo artificiale parallelo.

È necessario connettersi con il cuore per vedere. Se guardiamo attraverso gli occhi del cuore, possiamo tutti vedere la medesima realtà, perché la realtà è una sola. Allora potremo capirci a vicenda e vorremo vivere in pace l’uno con l’altro. È quello che fanno tutti i mistici, seppure appartenenti a tradizioni diverse.
È necessario un risveglio globale. Questa è la grande sfida e ha inizio nel nostro cuore.

Se risvegliamo il battito divino dentro di noi allora potremo vedere la verità e proclamarla.Non avremo bisogno di un titolo per farlo, ne avremo l’autorità. Dio ha firmato per noi.  Ma certo, la verità può essere contro di te.

Il maestro non è colui che ci porta a destinazione. Il suo cuore è la porta attraverso la quale il nostro viaggio verso la presenza divina ha inizio.

«Derviscio» significa «sedersi alla soglia», la soglia del cuore del maestro. Il discepolo si dimentica di se stesso e cerca di entrare. Coloro che lo hanno fatto formano un esercito spirituale invincibile; hanno fuso i loro cuori in un unico battito, al ritmo del quale avanzano.
Solo un esercito di luce può sconfiggere l’armata dell’oscurità.

Conoscenza del cuore significa conoscenza celeste. Così come apriamo le mani verso l’alto nell’atto della preghiera,

dispiega il tuo cuore come un fiore, aprilo e chiedi la conoscenza celeste: la luce del Cielo ti toccherà.

Il nostro cuore non è solo la corona della Terra, è la corona dell’universo intero. Esiste un unico cuore attraverso il quale puoi ricevere l’amore celeste e farne esperienza.
L’invito dei maestri è sempre e solo uno: metti a dormire la mente e guarda nel tuo cuore.

Quello che vedrai là ti darà la forza di percepire il battito divino che è in te. È il sostegno che ti offre Dio per affrontare il viaggio.
Il viaggio al centro del cuore.