Islam letteralmente significa arrendersi a Dio. È tutto quello che c’è da fare. Diventare uno zero: solo uno zero non ferisce. Solo un zero può sconfiggere il male.
Il termine Islam, deriva dalla stessa radice di salam, «pace». Oggi tuttavia, non è certo con la pace che la maggior parte delle persone associa l’Islam.
L’intenzione del derviscio non è quella di tentare di spiegare alla gente che il vero Islam è diverso da quello che ci viene proposto dai media. Non è sua intenzione difendere una religione e i suoi dogmi. Il derviscio intende toccare la verità, farla sua, e condividerne la realtà. Tutto qui.
È solo così che può cercare di farla toccare anche agli altri. Egli desidera mostrare ciò che vede un derviscio dall’interno della sua fede nell’Islam.
Solo se parla di questo ha la possibilità di offrire un assaggio, trasmettere un sapore di cui tutti possono fare esperienza; altrimenti finisce col fornire mere informazioni o più o meno validi argomenti per difendere il suo credo. In questo modo nessuno si può ritrovare al suo fianco per guardare insieme a lui. Solo ciò che viene da un cuore può toccare un altro cuore.
Il derviscio vuole servire la verità. Servire la verità significa servire Dio. Allora Dio servirà il Suo servitore, gli aprirà la via. Se poi egli avrà successo nel suo intento, non è una sua responsabilità. Chi abbraccia la via che sente vera, risplende di quella luce. E lo splendore si spiega da sé.
Non ha rilevanza quale religione si segue. L’importante è quanto si può riempire quel credo di verità, gioia, vita, amore. Il cammino Sufi è invisibile dall’esterno.
Solo chi ha baciato può parlare dei baci.