Perchè siamo stati creati?

piccolabasmalahÈ fondamentale che tu capisca una cosa: siamo qui solo per servire il Re. È questa la nostra condizione naturale, che ci rende felici. Sei qui per dimenticare te stesso e ascoltare la chiamata divina. Dio ti dice: «Servi e loda. Se lo fai, Mi prenderò cura di te, guarirò la tristezza del tuo cuore e in cambio ti regalerò bellezza, pace e serenità».

Ma se non lo ascolti, e poni invece te stesso al centro della tua vita, e pensi solo a servire i tuoi desideri, i tuoi problemi, le tue preoccupazioni, finisci per deprimerti. Ti imprigioni e ti soffochi da solo: così non raggiungerai mai la verità. Sarai sempre avvolto da una nube oscura che ti farà sentire insicuro, inutile, mai al posto giusto.

Offri al divino il tuo amore, il tuo rispetto e la tua attenzione: più lo fai, più la tua anima si espande, e ti viene concesso di vivere la tua essenza autentica e profonda.

Servendo solo te stesso, sperimenti il dolore della prigionia. Se invece assumi la posizione giusta e ti poni al servizio degli altri, diventi libero. Questa è la buona notizia: servendo gli altri puoi incontrare il Re e liberarti. Solo servendo il Re potrai conoscerLo.

Se ti innamori, ti dimentichi di te stesso e vuoi solo servire, diventi consapevole della tua vera condizione. Quando servi, la tua attenzione è rivolta esclusivamente al Re; in questo modo, alla fine sei come la Sua immagine allo specchio.

Ora invece ti concentri solo sulla tua vita, e la rifletti, ma più osservi te stesso, più invecchi. Se ti specchi nel divino, invece, diventi sempre più bello, a qualunque età.

Quando tratti bene gli altri, tratti bene te stesso. La mente pensa solo a servire se stessa, a soddisfare le sue necessità materiali e affettive. E se anche pensa agli altri, lo fa per giudicarli. Che incubo!

All’inizio devi servire te stesso, ma non assecondando i tuoi desideri del mondo materiale. I dervisci pregano e praticano lo dhikr per mettersi al servizio del cuore e realizzarlo.

Inizia a vedere i segni, ogni cosa vuole condurti a Lui. Quindi concentrati sulla disciplina, e partecipa con impegno al tuo gruppo di pratica.

Trova qualcuno da servire: la prima persona è colui che ami. La famiglia esige il tuo servizio costante, non puoi esimertene. Nelle altre relazioni, se vuoi puoi anche smettere di servire, ma quando ti nasce un figlio ti leghi a lui per sempre; anche se divorzi, tuo figlio sarà lì per tutta la vita, avrà sempre e comunque bisogno di te, non puoi scappare. Ciò dà un preciso orientamento alla tua vita: se adempi a queste responsabilità, sei già a metà del cammino.

È importante farsi una famiglia, trovare un lavoro, perché attraverso di essi la tua vita acquisisce significato. Ma ancora non ci siamo. Grazie al sapiente disegno divino, non riesci mai a raggiungere l’appagamento totale nelle relazioni, neanche se il tuo innamorato ti dice dieci volte al giorno che ti ama e se tu glielo ripeti altrettante volte, nemmeno se ti sposi e hai dei figli. In breve tempo ti senti stanco, esasperato, senti che al tuo cuore manca l’appagamento ultimo.

Questo senso di insoddisfazione ti porterà a cercare la via verso l’alto. Avvertirai l’esigenza di servire qualcosa di più vero ed elevato, di concentrarti su un’unica relazione, quella che ti dà piacere eterno, nutrimento, soddisfazione, quella che rende la tua vita luminosa: l’amicizia con chi è amico di Dio.

Sali in alto. Metti il Re, Dio, al centro della tua vita e serviLo, perché Lui ti ha portato qui e ti riporterà via. Questa è una verità che va oltre la religione, per quanto i dervisci siano devoti e attenti alla pratica religiosa.

Le religioni sono le canzoni dell’esistenza: senza di esse il mondo suonerebbe povero. È vero, le religioni danno origine a una miriade di problemi, ma se non ci fossero, il mondo non sarebbe altrettanto bello.

Cosa dona profonda felicità alla mia vita? Se ci penso, so che è la possibilità di servire il maestro. Avere qualcuno da servire, cui essere devoto, cui avvicinarmi, è il fondamento della mia esistenza. Cos’altro posso fare? Se non hai nessuno da servire, se non ti metti al servizio del piano divino, che senso ha la tua vita? Dov’è la luce?

Trovo estremamente noioso pensare a me stesso. Preferisco pensare a servire gli altri nel miglior modo possibile. Servire l’umanità non è da tutti: è molto raro riuscirci, non tutti sono geni o artisti incomparabili, ma tutti possono servire il divino.

Il sultano non può spiegare gli affari di stato a tutti. Se il fornaio gli chiede di venire messo a parte dell’andamento delle relazioni internazionali con i diversi paesi, che beneficio potrà trarne? Il fornaio deve solo fare il pane, farlo buono e venderlo. È così che serve gli altri. Se inizia a parlare di politica facendo impazzire tutti quelli che ha intorno perché non ne capisce nulla, a cosa serve?

Tutti devono servire dove possono servire: non ti devi vedere piccolo, perché non c’è alto e basso. Esiste solo il posto giusto. Come in un’orchestra, se tutti vogliono fare il primo violino, non c’è orchestra. Se servi il divino, puoi persino sopportare di venire trattato duramente, di tanto in tanto.

Devi affrontare le cose che non ti piacciono, se segui solo quelle di tuo gradimento, non vai da nessuna parte. Come diceva il famoso Sheikh del nostro ordine Bayazid al-Bistami, il suo segreto sia santificato: «O Dio, fa’ che io voglia ciò che non voglio». Abbandona le tue resistenze ingiustificate: prova, sperimenta, sii coraggioso.